Quante volte hai tralasciato di valutare gli occhi del tuo paziente durante una visita posturale?

Il recettore oculare è talmente importante che nel protocollo di analisi posturale SPRINTIT (quello che insegniamo durante i nostri corsi di posturologia, che di conseguenza è quello che si trova integrato nel nostro sistema di valutazione della postura) è la prima cosa che và valutata!

Chi ha deciso l’importanza così elevata degli “occhi” tra tutti i recettori? Semplicemente il fatto che più del 50% delle innervazioni craniche sono collegate a loro (sia per funzioni strettamente visive, che di movimento e controllo)

Quindi una cosa è certa: anche se non sei un professionista della visione, stabilire la funzione del recettore oculare in un contesto di valutazione della postura diventa di fondamentale importanza se vuoi svolgere il tuo lavoro nel migliore dei modi.

 

PERCHÈ OCCHI E POSTURA SONO IN RELAZIONE?

 

Gli occhi guidano il nostro corpo. E per farlo, utilizzano due canali:

  • Il canale esocettoriale, che attraverso la retina permette di acquisire informazioni dall’ambiente esterno e di portarle all’interno del corpo.
  • Il canale propriocettivo, che attraverso i muscoli extraoculari consente al corpo di informare sé stesso sulla posizione degli occhi.

 

E’ la duplice funzione del recettore occhio che permette al nostro corpo di posizionarsi nello spazio circostante, di trovare stabilità posturale e di organizzare il movimento.

Ecco perché, nell’ambito delle tue specifiche competenze, l’aspetto visuo-posturale costituisce un fattore determinante per eseguire un’analisi completa e per definire un trattamento che sia davvero efficace per il tuo paziente.

 

QUALI TEST VANNO EFFETTUATI PER VALUTARE IL RECETTORE OCULARE?

 

Uno screening dell’occhio sufficientemente completo e veloce (finalizzato allo svolgimento di una valutazione visuo-posturale) necessita di rilevare almeno: un eventuale differenza di qualità visiva tra i due occhi, presenza o assenza di astigmatismo, convergenza degli occhi e dominanza oculare.

Volendo approfondire si possono aggiungere test per la valutazione delle forie, che eventualmente le quantificano o altri test per quantificare la capacità fusionale, sia in associazione che in dissociazione.

Una differenza di qualità visiva (non corretta o corretta male) tra i due occhi, la presenza di astigmatismo (non corretto o corretto male), un difetto di convergenza o una marcata dominanza oculare, disturbano l’equilibrio posturale del soggetto.

Vediamo qui di seguito un approfondimento sul protocollo proposto da SPRINTIT.

 

1. TEST DIFFERENZA ACUITA’ VISIVA

 

Questo test è indirizzato a capire se c’è una differenza di visione sostanziale tra i due occhi (o se è stata corretta male), il problema che si cerca di investigare in questo caso non sono tanto i decimi di visus di per se stessi, ma l’eventuale differenza di vista tra gli occhi che andrebbe ad indurre una “posiziona anomala del capo” (PAC).

Il soggetto tende a “portare avanti” l’occhio che vede meglio introducendo una rotazione del capo per favorire l’occhio “più performante”.

Test della convergenza con Cubetto di Lang

2. TEST ASTIGMATISMO

Questo test serve per capire se il soggetto è affetto da astigmatismo (o se è stato corretto male / sottovalutato), la cui presenza andrebbe ad indurre una “posiziona anomala del capo” (PAC).

L’astigmatismo è un difetto visivo causato da una curvatura irregolare della cornea o del cristallino, il soggetto tende ad “inclinare” e/o “ruotare” la testa per cercare di allineare l’asse dell’astigmatismo che permette una visione migliore alle strutture lineari che popolano il nostro campo visivo (finestre, angoli del muro, verticali, stipiti delle porte, lampioni ecc.).

3. TEST CONVERGENZA OCULARE

Tra i disturbi del sistema visivo che interferiscono sul piano posturale, il più significativo è l’ipoconvergenza oculare.

Nel corso della tua valutazione posturale, dedica una manciata di minuti per eseguire un semplice test che ti permetterà di individuare con chiarezza la presenza di questa disfunzione.

Ne avrai già sentito parlare. L’ipoconvergenza oculare è una disfunzione relativa alla componente propriocettiva, che determina l’incapacità degli occhi di convergere in modo sincrono mentre fissano un oggetto che si avvicina.

E’ una problematica molto comune ed indica un malfunzionamento di uno o più muscoli extraoculari, nonostante l’origine non sia necessariamente oculare: potrebbe infatti in alcuni casi essere attribuita ad un’anomalia dell’apparato stomatognatico – malocclusioni, disordini dell’atm ecc. – oppure podalico (appoggio del piede).

 

 

DEFICIT DI CONVERGENZA: QUALI SONO GLI EFFETTI SULLA POSTURA

Il paziente che presenta un deficit di convergenza oculare è costretto ad assumere una posizione di compenso posturale che favorisce le disfunzioni posturali.

Le conseguenze sono evidenti: nella maggior parte dei casi ci si trova difronte ad un soggetto con una posizione anomala del capo che interferisce sulle strutture osteo-mio-articolari mettendo a rischio il tratto cervico-dorsale.

Tra i principali sintomi si riscontrano la perdita di equilibrio –  che può essere la causa di ripetute cadute – oltre a frequenti mal di testa e vertigini.

PUNTO PROSSIMO DI CONVERGENZA

 

Partendo da una distanza di circa 40 cm, avvicina lentamente un oggetto di piccole dimensioni – per esempio la punta di una matita (o meglio ancora un cubetto di Lang) – verso la radice del naso del paziente.

Invitalo a fissare l’oggetto quindi osserva con attenzione il movimento dei suoi occhi: se uno dei due occhi perde la mira ad una distanza superiore ai 6-7 cm dalla radice del naso – il punto in cui l’occhio devia e la visione diventa doppia è detto “punto di rottura”-  è presente un’ipoconvergenza oculare.

Riporta gradualmente la matita verso il punto di partenza per registrare il “punto di recupero” – in cui il soggetto ripristina la messa a fuoco – che non dovrebbe superare i 3 cm dal punto di rottura.

Quando dalla tua valutazione rilevi la presenza di una disfunzione, grazie anche all’intervento di altri professionisti, sarai in grado di integrare la tua visione per risolvere la problematica in sicurezza, senza correre il rischio di applicare schemi di adattamento non fisiologici.

 

 

4. TEST DOMINANZA OCULARE DI FISSAZIONE

Stabilire la dominanza di fissazione è un’altro passaggio fondamentale. L’occhio dominante dirige e guida lo sguardo e la testa sul bersaglio di interesse.

Rappresenta quindi la direzione preferita per allineare contemporaneamente, occhio dominante, corpo e bersaglio fissato. Ad esempio, una persona potrebbe inclinare leggermente la testa o adottare una postura compensatoria del capo per ottimizzare la visione dal suo occhio dominante, influenzando così l’allineamento di tutto il sistema muscolo-scheletrico.

E’ chiaro quindi che una disfunzione a carico dell’occhio dominate avrà un maggior impatto che la medesima sull’occhio sub-dominante.

IPOCONVERGENZA E GINNASTICA OCULARE

 

Come succede per un atleta che riprende a gareggiare dopo un infortunio, una volta individuata e trattata la causa – sia essa stomatognatica, podalica, oculare ecc. – sarà utile riallenare la capacità di convergenza dell’occhio attraverso la ginnastica oculare.

Vuoi un suggerimento? Scegli un esercizio semplice ma efficace che il tuo paziente sia in grado di svolgere in autonomia.

  • Prendi un foglio e traccia una linea che lo divida a metà; 

 

  • disegna dei punti equidistanti tra loro lungo la linea – ogni 5 cm va benissimo per iniziare;

 

  • appoggia il foglio sopra una superficie rigida (un libro oppure un cartoncino) e mantenendolo perpendicolare, portalo all’altezza degli occhi del paziente. Fai attenzione: l’inizio della linea deve essere a contatto con la radice del suo naso;

 

  • osservando la linea, quello che vedrà saranno 2 linee che si incrociano da qualche parte lungo la mediana del foglio;

 

  • chiedi al paziente di spostare la convergenza sui vari punti disegnati lungo la linea, focalizzando lo sguardo da quello più lontano a quello più vicino e rimanendo qualche secondo su ognuno di essi;

 

  • Quando sarà diventato abbastanza esperto, riduci la distanza dei punti o invitalo a spostare rapidamente la convergenza da un punto all’altro.

Redazione SPRINTIT

La redazione di SPRINTIT è composta da :
- Ing. Diego Scattolin: esperto di strumentazioni per la misurazione della postura e pedane stabilometriche
- Matteo Crisci: esperto di web-marketing e strategie digitali
- Marta Foscheri: content writer
- Dott. Massimo Rossato: medico chirurgo specializzato in anestesia e rianimazione
- Dott.ssa Lina Azzini: medico chirurgo odontoiatra specializzata in chirurgia maxillo facciale

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