Site icon SprintIT

Neurostimolazione manuale e posturo-terapia neurosensoriale

I posturologi, generalmente, utilizzano neurostimolazioni strumentali (prismi posturali, solette posturali ecc.) per stimolare i recettori, le vie neurali centripete e il sistema nervoso centrale; quindi, per generare rimedi posturali.

Tuttavia, la corretta trasmissione dell’impulso nervoso viene raramente studiata – quindi, ancor meno valutata. Eppure, l’esperienza dimostra che il clinico, prima di definire il suo trattamento, non solo deve oggettivare le capacità funzionali dei sensori stimolati, ma anche dei percorsi neurali coinvolti, attraverso i diversi test clinici.

L’esame clinico posturologico può evidenziare un disturbo neurale che non solo porta ad un disturbo nella velocità di trasmissione delle informazioni, ma anche, a sua volta, ad un disturbo muscolare tonico.

 

Posturo-terapia neurosensoriale (PNS)

Le neurostimolazioni neurali manuali appropriate possono ripristinare il flusso di informazioni e la loro integrazione, ma anche una regolarizzazione delle ipertonie e delle loro dolorose conseguenze. Sempre più studi stanno affrontando la patologia funzionale da questo aspetto neurale, considerando che prima dell’articolazione, prima del muscolo, troviamo il nervo. Descriveremo qui un approccio originale, utilizzato per la diagnosi: l’esame posturo-dinamico (EPD) e il trattamento con neurostimolazioni manuali o “saturazioni neurali”, il tutto raggruppato sotto il termine di “posturo- terapia neurosensoriale” (PNS).

 

Saturazione neurale

È noto da tempo che la stimolazione manuale diretta dei rami nervosi nel loro punto di emergenza (pressione) può esacerbare il dolore, ma anche curarlo. Medici e neurologi del diciannovesimo secolo (come Lasègue, Tinel, Valleix) hanno sviluppato la diagnosi del dolore mediante la tensione neurale. Successivamente, chirurghi come Marshall e il suo allievo Horsley hanno dimostrato il ruolo dei filamenti nervosi del nervo (nervi nervorum) nell’efficacia della terapia di tensione neurale; in particolare, hanno applicato la stimolazione meccanica direttamente o indirettamente ai nervi, per trattare la sciatica o la nevralgia cervico-brachiale.

Oggi diremmo che queste stimolazioni consentono una modulazione delle vie di comunicazione afferente ed efferente; quindi, modificano la soglia per innescare le reazioni responsabili degli spasmi muscolari e dei blocchi articolari. La scoperta da parte di Sappey nel 1857 dei piccoli filamenti nervosi che innervano la guaina del nervo (nervi nervorum) può spiegare questa modulazione.

In effetti, i nervi non sono semplici fili che trasportano segnali elettrici: sono essi stessi recettori polimodali che codificano, tra le altre cose, informazioni meccaniche e informazioni sul dolore, mentre nella loro guaina sono presenti anche i nocicettori, situati nell’epinevrio e nel perinevrio.

 

Tensione neurale

La tensione neurale che si verifica durante un trauma (acuto o cronico) di origine posturale (deficit posturale), lavorativo (posizione o carico di lavoro) o sportivo (sovraffaticamento, tecnopatia), modifica i tempi di latenza e la velocità di conduzione degli impulsi nervosi. Le informazioni propriocettive provenienti dalla regione perturbata e la sua integrazione centrale vengono così alterate, provocando riflessi di protezione muscolare. La saturazione neurale prende di mira questi circuiti: veri e propri circoli viziosi che è quindi importante neutralizzare prima di iniziare il trattamento con neurostimolazione strumentale.

 

Potenziale d’azione del nervo

Il potenziale d’azione di un nervo riflette l’attività delle fibre che propagano un messaggio. È stato dimostrato sperimentalmente per i meccanocettori, che questo potenziale aumenta con l’intensità di una stimolazione fino al raggiungimento di un picco; quindi, questo potenziale collassa. Questo fenomeno, che viene riprodotto in vivo dalla puntuale stimolazione dei nocicettori neurali, potrebbe spiegare l’effetto della saturazione neurale osservato clinicamente.

 

I tre principi dei trattamenti neurali

  1. Il nervo controlla il muscolo

La disfunzione di un nervo si manifesta con l’ipertonicità dei muscoli che innerva. La manovra di Lasègue, ad esempio, verifica il tono dei muscoli posteriori dell’arto inferiore e dei glutei che dipendono dal plesso sacrale. La loro ipertonia si riflette clinicamente, nel caso della nevralgia sciatica, dall’ipomobilità che la palpazione può oggettivare percependo una perdita di estensibilità dei tessuti e una limitazione dei movimenti articolari. La stimolazione neurale, durante le patologie funzionali, aiuta a ripristinare la mobilità muscolare e articolare.

  1. Il nervo teso manifesta il suo disturbo

Mettere in tensione il nervo o il plesso nervoso esaminato, stimola il suo filamento nervoso: è questo il caso del plesso cervicale quando si flette la testa, e del plesso lombare quando si flette l’estensione (flessione plantare) della caviglia. Questo momento dell’esame clinico è cruciale: una tensione insufficiente potrebbe non rivelare la disfunzione neurale e focalizzare inutilmente l’attenzione sul dolore locale. La stimolazione manuale diretta di un nervo permette di modulare i riflessi di difesa.

  1. Il nervo è accessibile

I punti utilizzati dal trattamento si trovano più spesso dove il nervo è sottoposto a forte stress, dove cambia direzione, dove è tenuto in posizione da un forame (il punto di emergenza del nervo sopraorbitario, un canale per il nervo pudendo), o da un retinacolo, come quello dei muscoli estensori del piede per il peroneo profondo e superficiale. Altrimenti, si contatta il nervo in profondità attraverso i piani muscolari.

 

Conclusione

Prima di effettuare un trattamento osteopatico o posturologico, per ottenere un risultato duraturo, sembra almeno utile (o meglio, indispensabile) rinvigorire clinicamente le vie di comunicazione neuronale mediante l’esame posturo-dinamico globale, l’esame segmentale e la palpazione sensoriale. Quindi intervenire manualmente a livello dei fenomeni così evidenziati.

La posturo-terapia sensoriale propone un protocollo di analisi e trattamento il più vicino possibile all’eziologia degli squilibri posturali e del dolore, che sarà poi integrato, se necessario, da un trattamento articolare manipolativo, dalla riabilitazione muscolare, dalla neurostimolazione strumentale (persino un’ortesi).

 

Fonte bibliografica: Thierry Mulliez, Philippe Villeneuve, Les neurostimolations manuelles et la posturo-thèrapie neurosensorielle, Pratiques en posturologie, 2017.

 

Redazione SPRINTIT

La redazione di SPRINTIT è composta da :
- Ing. Diego Scattolin: esperto di strumentazioni per la misurazione della postura e pedane stabilometriche
- Matteo Crisci: esperto di web-marketing e strategie digitali
- Marta Foscheri: content writer
- Dott. Massimo Rossato: medico chirurgo specializzato in anestesia e rianimazione
- Dott.ssa Lina Azzini: medico chirurgo odontoiatra specializzata in chirurgia maxillo facciale

Gli articoli e i post del blog vengono decisi e redatti da tutta la redazione, vengono revisionati sia nella forma che nel contenuto, per essere il più fedeli possibile alla scienza medica moderna e approvata.

Exit mobile version