Craniodonzia – Il Sistema ALF

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Un esempio di metodo di stimolazione in ortodonzia è il Sistema A.L.F. ( Advanced Lightwire Functional ) che rappresenta il sottotitolo di questo mio lavoro. Il titolo principale è invece “Craniodonzia“ e il suo significato è molto semplice: essendo l’occlusione dentale il risultato adattativo dello schema cranico individuale, prima di allineare i denti è imperativo “allineare “ il cranio. Qualsiasi procedura di riabilitazione occlusale, sia essa ortodontica o protesica, non può non influenzare le 28 ossa che compongono il cranio umano. Segue…

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Descrizione

Un esempio di metodo di stimolazione in ortodonzia è il Sistema A.L.F. ( Advanced Lightwire Functional ) che rappresenta il sottotitolo di questo mio lavoro. Il titolo principale è invece “Craniodonzia“ e il suo significato è molto semplice: essendo l’occlusione dentale il risultato adattativo dello schema cranico individuale, prima di allineare i denti è imperativo “allineare “ il cranio. Qualsiasi procedura di riabilitazione occlusale, sia essa ortodontica o protesica, non può non influenzare le 28 ossa che compongono il cranio umano.

PREFAZIONE

“ Se si accetta il concetto che una struttura e mobilità craniale normale sia necessaria per un buon funzionamento dell’organismo non si dovrebbe ignorare che ogni procedura dentale può potenzialmente avere effetti anche a lungo termine sulla salute di un individuo. Allo stesso modo il trattamento craniale può risultare meno efficace se procedure dentali inappropriate producono modificazioni che interferiscono con la normale funzione ”
Viola Frymann (1998)

La storia della medicina e dell’odontoiatria è costellata di filosofie che propongono diversi approcci terapeutici. Molti di questi possono essere classificati come “metodi di sostituzione” altri come “metodi di stimolazione“. Un esempio di metodo sostitutivo è l’ingegneria umana dove prevale il concetto di “aggiustare”. In ortodonzia questo significa che un osservatore esterno raccoglie dati che possono essere misurati e riprodotti, deduce un piano di trattamento e lo esegue utilizzando qualsiasi mezzo possibile, chirurgia inclusa. Opposto è il metodo di stimolazione basato sulla possibilità di indurre il paziente a utilizzare il suo meccanismo di autoregolazione e autoguarigione. La filosofia osteopatica ed omeopatica enfatizzano questo principio. L’essere umano è molto di più di un insieme di “dati misurabili”, è un “sistema aperto” in costante interazione con l’ambiente che lo circonda, con le proprie attitudini intellettuali ed emozioni spesso determinanti nella risposta al trattamento, molto più di quanto lo siano i parametri fisici. Il vantaggio dei metodi di stimolazione è che i cambiamenti che riscontriamo nei nostri pazienti vanno molto oltre ciò che gli occhi possono vedere. Il risvolto negativo è che il loro approccio è molto più complesso e meno predicibile. Un esempio di metodo di stimolazione in ortodonzia è il Sistema A.L.F. ( Advanced Lightwire Functional ) che rappresenta il sottotitolo di questo mio lavoro. Il titolo principale è invece “ Craniodonzia “ e il suo significato è molto semplice: essendo l’occlusione dentale il risultato adattativo dello schema cranico individuale, prima di allineare i denti è imperativo “allineare “ il cranio. Qualsiasi procedura di riabilitazione occlusale, sia essa ortodontica o protesica, non può non influenzare le 28 ossa che compongono il cranio umano. Non tener conto di questo e sostituire uno schema di adattamento con un altro, mediante trattamenti meccanicistici spesso motivati da indicazioni “estetiche” e soprattutto basati su fondamenti dogmatici obsoleti non può che avere come risultato un ulteriore adattamento a scapito di altri sistemi oppure, nell’ipotesi più favorevole per il paziente, una sacrosanta recidiva.
Enlow sosteneva che “la recidiva è la risposta ad una violazione anatomica e funzionale di uno stato di equilibrio anatomico e funzionale Trattamenti standardizzati che violino tale equilibrio, obbligano l’organismo a reagire attivando sistemi di compenso auto difensivi che in buona parte dipendono dai limiti di adattabilità del tessuto connettivo. Secondo Petrovic, il sistema stomatognatico è un sistema cibernetico complesso di cui il complesso osso alveolare-parodonto-dente rappresenta la ” sub-unità di adattamento” attraverso il quale il sistema cerca di realizzare il rapporto di massima intercuspidazione qualunque sia il rapporto delle basi ossee, attraverso la funzione neuro-muscolare.Tale adattamento può avvenire in modo duraturo e stabile solo a spese del Tessuto Connettivo, cioè di quella sostanza fondamentale a cui appartengono il sistema fasciale e legamentoso. Come affermato nella 29° edizione di Anatomia di Gray le ossa di derivazione embrionale membranosa funzionano da membrane per tutta la vita. La porzione squamosa delle ossa occipitali e temporali, i parietali e il frontale hanno origine membranosa. All’inizio degli anni ’60, J. Upledger e al. documentano istologicamente in campioni di ossa craniche umane che le aree di sutura contengono tessuto connettivo, vasi sanguigni, plessi nervosi. Essi dimostrano inoltre che la dura madre che circonda il cervello fornisce estensioni di tessuto connettivo che passano attraverso le suture per formare lo strato periostale esterno, che circonda le ossa craniche. La vitalità della sutura cranica come struttura dinamica è ben documentata in letteratura ( 1-16). Nello schema totale della struttura corporea le suture fungono come punto di congiunzione tra le ossa craniche, ma servono fondamentalmente come giunture di espansione-congiunzione per facilitare cambiamenti di tensioni meningee, fasciali e muscolari, nei ritmi respiratori e cardiaci e nelle variazioni sia nella pressione sanguigna, sia in quella del liquido cerebro-spinale. La mobilità delle suture è solo uno delle componenti del Meccanismo Respiratorio Primario definito dall’osteopatia e ormai ampiamente descritto da diversi autori. Io stesso me ne sono già occupato nei miei precedenti lavori a cui rimando il lettore . Il concetto che deve essere subito chiaro è che è impensabile applicare una qualsiasi trazione di spostamento dentale o comunque modificare uno schema occlusale senza modificare tale meccanismo in senso negativo o positivo . Emerge dunque la necessità di un cambiamento radicale dell’approccio diagnostico e terapeutico alle problematiche occlusali rivedendo criticamente i dogmi passati e presenti dell’ortodonzia e della gnatologia ortodossa

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