Piede e Postura

Una scena che si ripete in tutti i corsi di Posturologia

Abbiamo appuntamento alle ore 10:30 al palazzo dei Congressi di una delle più importanti città universitarie Italiane. Ci attende un medico che riveste il ruolo di tutor in uno dei corsi di posturologia più di spicco sul territorio nazionale. Vi partecipano numerosi professionisti, docenti italiani e francesi, la massima espressione della multidisciplinarità, la Posturologia coinvolge veramente tutti. Ci siamo dati appuntamento per la pausa del coffee break, abbiamo la necessità di vederci per definire alcuni dettagli sul nostro prossimo corso di formazione. Le ragazze della reception ci conoscono e suggeriscono di entrare in classe perché la pausa è slittata di circa 15 minuti, quindi ci sarà un pò da aspettare.

Ci addentriamo in silenzio dalle retrovie e con piacere ritroviamo molte persone coinvolte in una delle attività pratiche più interessanti di tutto il corso. La valutazione del piede in ottica posturale. Sono giunti alla parte di laboratorio pratico che chiude tutto il corso, un itinerario annuale che trova la massima espressione del farsi evento formativo, proprio in queste ultime lezioni.

La scena che ci viene proposta è sempre la stessa.
Il Docente sta interrogando la classe per capire se tutti sono in grado di valutare l’appoggio monopodalico e la relazione esistente tra una intra o extra rotazione del piede e la postura.
Il povero corsista che si è offerto a fare da cavia, è in mutande davanti a tutti i sui compagni, ad alta voce gli chiedono di alzare alternativamente uno dei due piedi.

La classe è equamente divisa tra quelli che dicono che il piede sta extra-ruotando e quelli che dicono che sta intra-ruotando, o meglio: siamo a 21 contro 25 però il docente ed i tutors, non hanno dubbi, stanno tutti con i 21 e quindi la situazione sostanzialmente si bilancia.

Siamo arrivati nel posto giusto, al momento giusto, per vedere la scena che ultimamente sembra tornarci di fronte come un mantra e che questa volta abbiamo voluto raccontare in questa rubrica.
Il docente incredulo su ciò che si sta verificando, minaccia la platea di posticipare la pausa fino a che tutti non avranno la stessa idea sul piede che stanno valutando. Nel frattempo la cavia suda, i compagni si confrontano ad alta voce e noi ci godiamo questo momento di rivoluzione. Ecco che arriva l’intuizione che forse darà una svolta alla situazione: qualcuno suggerisce di valutare il piede, mettendo in relazione l’appoggio podalico con quello che si vede sopra vicino al malleolo, peccato che la frase passi tra le righe e solo alcuni annotino sul loro blocco questa possibilità…..



Corsi e seminari di comunicazione ci hanno insegnato e dimostrato l’importanza di coinvolgere il paziente in quello che stiamo facendo. Ed allora in questo momento preciso ci stiamo chiedendo: “Se non siamo stati in grado di metterci d’accordo tra noi specialisti del settore, come saremo in grado di far capire ai nostri pazienti il valore di questo test?”

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Sono passati 4 mesi da quel giorno, rivederlo con le risposte oggi disponibili nelle nostre mani ci fa sorridere. Volete sapere come è finita la storia? Siamo tornati in quella classe con questo dispositivo a basso costo che tutti già conoscevano, una piccola innovazione ha fatto una grande differenza.




Non abbiamo inventato nulla, abbiamo solo riformulato meglio ed in modo professionale, la stessa risposta che avevamo sentito quel giorno.




Ringraziamo tutti i docenti ed i corsisti che con la loro esperienza sul campo hanno contribuito, direttamente ed indirettamente, alla realizzazione di questa innovazione.





Buone Vacanze

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