Durante uno studio precedente (Helbert, 1997) abbiamo osservato che i soggetti con alluce valgo hanno mostrato enormi cambiamenti nel loro comportamento di stabilizzazione in piedi a riposo; in particolare abbiamo constatato un arretramento statisticamente molto significativo del loro centro di pressione.

Muscolo flessore lungo dell’alluce

Il muscolo flessore lungo dell’alluce (LFPGO), mostra una significativa riduzione della forza nei pazienti con alluce valgo (Snijders, 1986). Questo muscolo, normalmente forte – il più grande dei muscoli profondi della regione posteriore della gamba – è inserito alla base dell’ultima falange dell’alluce.

Ora, con il nostro studio, abbiamo cercato di esplorare la relazione tra cambiamenti stabilometrici e diminuzione della forza del LFPGO in presenza di alluce valgo, ponendoci due domande: questa relazione è fortuita? in caso negativo, qual è il suo significato?

Per raggiugere il nostro obiettivo, sono stati selezionati 49 soggetti di sesso femminile, età media 58 anni (40/80 anni) con alluce valgo (uno o entrambi) di almeno 15 °:

  • Su soggetti scalzi, abbiamo verificato clinicamente la perdita di forza del LFPGO ed effettuato una registrazione stabilometrica.
  • Su soggetti con piedi calzati, abbiamo verificato clinicamente la forza del LFPGO ed effettuato una registrazione stabilometrica.
  • Su soggetti con i piedi calzati e adattati per aumentare la forza del LFPGO, abbiamo verificato clinicamente la resistenza del LFPGO (dopo aver applicato l’ortesi e prima della calzata del piede) quindi eseguito una terza registrazione stabilometrica.

La forza del muscolo flessore dell’alluce è stata valutata clinicamente: con il piede nudo del paziente appoggiato a terra, il clinico fa scorrere il dito indice tra il terreno e la polpa della seconda falange dell’alluce, quindi chiede al paziente di provare a schiacciare questo dito indice con tutte le sue forze con la punta del piede.

Per aumentare la resistenza del LFPGO, è stato posizionato sotto la prima testa metatarsale, un elemento spesso 2 mm, per ciascun alluce valgo. L’effetto di questo elemento sulla forza del LFPGO è stato clinicamente verificato e, alla fine, la sua posizione è stata adattata per garantire che la forza del LFPGO risultasse effettivamente migliorata.

Cambiamenti stabilometrici e forza del muscolo flessore lungo dell’alluce

La relazione tra i cambiamenti stabilometrici osservati e la diminuzione della forza del LFPGO è quindi fortuita? Non è possibile rispondere con certezza sulla base di questa singola esperienza, ma si può notare che non è semplicemente mettendo in piedi i pazienti che migliora la loro prestazione stabilometrica: è stato necessario aggiungere un elemento che, da parte sua, ha migliorato la forza del LFPGO e modificato in modo significativo due parametri stabilometrici (proprio quelli meglio legati alla forza del LFPGO da una coerenza meccanica logica). Sembra quindi che la forza del LFPGO abbia un ruolo nei fenomeni stabilometrici osservati.

Sistema posturale e muscolo flessore lungo dell’alluce

Se la relazione fosse fortuita, quale sarebbe quindi il significato? Il sistema posturale fine si adatta alla capacità meccanica del flessore lungo dell’alluce. Quando la forza del flessore lungo si riduce, il centro di pressione si sposta indietro (in media 10 mm) sull’asse sagittale del paziente. Quando la forza del muscolo flessore lungo dell’alluce migliora, il centro di pressione avanza leggermente (3 mm in media) lungo l’asse sagittale del paziente: come se, il sistema posturale si adattasse spostando all’indietro il centro di gravità del soggetto.

Questo abbassamento del baricentro riduce la coppia di forze che tende a far cadere il soggetto in avanti per la posizione anteriore del baricentro rispetto all’asse tibiotarsale, e di conseguenza riduce anche la coppia uguale e contraria che si oppone alla caduta del soggetto in avanti, dovuta alla tensione dei muscoli del compartimento posteriore delle gambe, che ha l’effetto di aumentare la varianza della velocità dei movimenti del centro di pressione. Tutti questi cambiamenti sono coerenti con l’ ipotesi della “strategia del centro di pressione”.

Strategia del centro di pressione

Quando Gurfinkel (1973), poi Winter (Winter & al., 1997) ammise e poi mostrò che era accettabile assimilare il comportamento del corpo di un uomo in piedi a quello di un pendolo rovesciato, il perno di questo Il pendolo è stato localizzato dai posturologi spontaneamente a livello della caviglia; questa idea è stata rafforzata dalla nozione di strategia della caviglia proposta da Nashner a seguito dei suoi studi sulle risposte EMG dei soggetti sottoposti a destabilizzazioni (Nashner & Mc Collum, 1985).

Roberts (1995) e poi Gagey (Gagey et al., 1997; Gagey, 1998) propose un’ipotesi alternativa: il perno del pendolo rovesciato sarebbe stato a livello del centro di pressione, come quando si tiene in equilibrio una scopa rovesciata sulla punta del dito. Questo modello evidenzia una possibile strategia di stabilizzazione che utilizza due sistemi indipendenti e accoppiati: un sistema inerziale passivo che non è altro che la scopa (o il corpo umano), e un sistema attivo il cui ruolo è svolto dal dito (o il piede) che muove il centro di pressione. Gagey et al. (2003) hanno chiamato questa tattica “strategia del centro di pressione”  o strategia del piede.

Questa ipotesi della “strategia del centro di pressione” non è stata dimostrata, ma questo studio del comportamento stabilometrico di pazienti con alluce valgo evidenzia l’importanza dei muscoli del piede nel controllo posturale e soprattutto l’importanza del flessore lungo dell’alluce.

 

Fonte bibliografica: Serge HELBERT, Hallux valgus et stabilisation posturale; articolo originale: http://ada-posturologie.fr/HalluxValgus.pdf

Redazione SPRINTIT

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