Cosa significa riflesso?

Il termine “riflesso”, che deriva dal latino reflectere (= riflettere), in ambito medico fa riferimento ad una “reazione motoria o secretoria innescata dal sistema nervoso al di fuori dell’intervento della volontà, in risposta alla stimolazione delle terminazioni nervose sensibili” (Dictionnaire des termes techniques de mèdecine).

I riflessi posturali costituiscono un elemento fondamentale dell’esame clinico posturologico: consentono di valutare le fluttuazioni del tono posturale e di osservare se sono organizzate fisiologicamente – o meno – in risposta a stimoli sensoriali o sensibili. Permettono quindi di valutare l’integrazione dei circuiti sensomotori che partecipano alla regolazione posturale.

Mentre alcuni stimoli indagano su circuiti brevi, come il riflesso tendineo, altri riflessi sono collegati alle emozioni e vengono poi propagati all’intero individuo. Sono spesso non fisiologici nei casi di dolore cronico o disturbi cognitivi.

Riconoscerli consente di prevedere alcune risposte alla stimolazione posturale a scopo terapeutico. Essendo facili da acquisire e da integrare nella pratica clinica di routine, hanno anche utilità diagnostica: sarebbe quindi un peccato ignorarli nell’esame clinico posturologico.

Studio dei riflessi nella clinica umana

Lo studio clinico dei riflessi si sviluppa contemporaneamente agli esordi della neurologia. Si è iniziato con l’esplorazione dei riflessi tendinei, poi della cute plantare nella diagnosi clinica dei disturbi del sistema nervoso. Parallelamente, Bernard Perez ha descritto il primo riflesso posturale e, successivamente, molti medici (tra cui Galant, Moro e André-Thomas) hanno sviluppato lo studio dei riflessi nel campo della neuropediatria. Oggi i riflessi e le reazioni posturali sono frequentemente utilizzati dai neurologi pediatrici.

Riflessi persistenti e disturbi dello sviluppo

La marcata persistenza di un riflesso tonico del collo oltre il primo semestre di vita indica un ritardo, un arresto o un disturbo dello sviluppo, persino schizofrenia. Per Benders, un test che risulta positivo dopo l’età di 6 anni potrebbe essere collegato, in particolare, a difficoltà di lettura. Ma questo riflesso si riscontra frequentemente anche in molti bambini senza disturbi psichiatrici.

Eric Matheron ha mostrato che un disturbo del riflesso di fusione, essenziale per la normale visione binoculare, è stato riscontrato nel 98,5% dei malati di dolore cronico e Garrigues ha riscontrato una percentuale simile nei bambini dislessici (99%).

Disturbo dei riflessi posturali

Molti autori, tra cui Magnus, credevano che i riflessi nucali fossero presenti solo nell’embrione, nei neonati e nei pazienti con danni cerebrali. In realtà, si possono trovare negli adulti sani, durante lo stress emotivo –come mostrato da Hellebrandt – o durante il movimento.

L’uomo in buona salute conserva ancora, in forma latente, i suoi riflessi nucali negli arti inferiori e superiori: Gurfinkel et al. confermano questi risultati e aggiungono che se i riflessi non sono funzionali, i movimenti vengono disturbati e vengono gestiti da una struttura cerebrale gerarchicamente superiore.

È quello che André-Thomas aveva già descritto nel 1911, nei casi di disturbo dei riflessi posturali: “se l’uomo fosse obbligato a monitorare costantemente il suo equilibrio, la sua attenzione verrebbe distolta dai fenomeni puramente psichici e questo andrebbe a scapito dello sviluppo e del mantenimento della sua intelligenza”.

Riflessi nucali nei soggetti sani

In seguito al lavoro fondamentale di Magnus sui riflessi nucali, Fukuda ha cercato di applicarli a pazienti instabili. Dopo aver osservato in particolare il riflesso tonico del collo negli sportivi, Fukuda si è impegnato a testare su numerosi adulti sani la risposta al test di scrittura verticale, ad occhi chiusi, al variare della posizione della testa.

La rotazione della testa comportava una modifica dell’orientamento della scrittura verticale, sia verso destra che verso sinistra a seconda del senso di rotazione della testa. Così, Fukuda ha dimostrato che i riflessi erano sempre presenti in modo latente nei soggetti sani.

 

Fonte bibliografica: Philippe Villeneuve, Les rèflexes de posture: dynamique de la stabilité in Pratiques en posturologie, 2017

 

 

Redazione SPRINTIT

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