L’uso delle scarpe è un fenomeno relativamente recente rispetto all’evoluzione umana; tuttavia, le ripercussioni del potenziale effetto delle scarpe sull’equilibrio posturale e sulla salute di chi le indossa sono ancora poco conosciute.

Il nostro obiettivo è quello di osservare e misurare, tramite piattaforma stabilometrica, se in una popolazione adulta che soffre di disturbi funzionali del sistema muscolo-scheletrico, indossare le scarpe abituali modifica l’equilibrio posturale.

Lo studio è stato effettuato su una popolazione costituita da 30 soggetti (di cui 21 donne) di età media pari a 45 anni. I pazienti sono stati prima registrati a piedi nudi, due volte con gli occhi aperti e una volta con gli occhi chiusi. La prima registrazione con occhi aperti è stata rifiutata. In una seconda fase, i pazienti dopo essere scesi dalla piattaforma stabilometrica, sono stati registrati con le scarpe, con gli occhi aperti e poi con gli occhi chiusi. Le scarpe avevano tutte tacchi più o meno alti (le altezze dei tacchi erano varie).

 

Effetto posturale della scarpa

Il nostro studio mostra che la scarpa provoca la proiezione in avanti del centro di pressione del piede: questi risultati sono altamente significativi (P <0,001). Anche il criterio sessuale dovrebbe essere preso in considerazione, poiché esiste una differenza significativa (P <0,01) tra il gruppo di uomini e il gruppo di donne: la posizione media del centro di pressione podale è di 8 mm anteriore nelle donne.

Per tutta la popolazione non troviamo una variazione significativa sulla posizione sinistra-destra, ma un certo numero di variazioni individuali significative. Un’ipotesi potrebbe essere che la nostra popolazione, prevalentemente femminile, sia più suscettibile ai conflitti piede-scarpa, che a loro volta potrebbero portare a una posizione analgesica: sembra coerente con l’analisi individuale che mostra che ad occhi aperti e chiusi, circa la metà della popolazione si avvicina all’asse centrale e metà si allontana da esso.

Per tutta la popolazione, sia ad occhi aperti che chiusi, si riscontra una diminuzione media delle superfici, ma non significativa; tuttavia, ci sono una serie di variazioni individuali significative. Se aggreghiamo i risultati significativi ad occhi aperti e occhi chiusi, vediamo che 5 risultati vanno verso un maggiore squilibrio mentre 15 vanno verso un miglioramento della precisione del loro sistema di equilibrio.

È possibile che una parte della popolazione, che non presenta conflitto piede-scarpa, con superficie decrescente sia migliorata in termini di stabilità. L’altra parte della popolazione potrebbe presentare zone nocicettive podali, che sono più frequenti nelle donne e aumentano con l’età. È ovvio che il tallone diminuisce il poligono di appoggio e quindi biomeccanicamente indebolisce l’equilibrio; è possibile che ci sia una causa sensoriale legata alle zone nocicettive podali come è già stato segnalato da vari autori, in particolare a livello plantare (Gagey P.M., 95; Nouhet B. e Villeneuve P., 96; Villeneuve P. 96).

 

 

Anteriorizzazione della linea di gravità: effetto patogeno della scarpa

Se possiamo ammettere che nell’uomo in posizione eretta “immobile” il centro di pressione del piede sia il riflesso della linea di gravità, allora possiamo considerare le patologie, sia a livello del piede che a livello spinale, come conseguenza dall’avanzamento della linea di gravità.

Quando la linea di gravità è anteriore all’asse di movimento (tibiotarsale), allora l’attività dei muscoli estensori del piede, in particolare il soleo, sviluppa una forza compensatoria, tanto più intensa quanto maggiore è la distanza ortogonale dell’asse della caviglia rispetto alla linea di gravità.

Queste ipersolitiche del soleo possono spiegare le patologie del retropiede come il tendine d’Achille o l’aponerosi plantare. D’altra parte, sappiamo che il piede sotto il carico corporeo tende a posizionarsi in pronazione: questa pronazione è tanto più importante quanto più importante è l’anteriorizzazione della linea di gravità.

Questa iperpronazione potenzierà i vincoli a livello del primo raggio che sarà deformato (alluce valgo); questo porterà ad un supporto insufficiente del primo raggio e di tutte le sue patologie ad esso connesse ben note ai podologi (dita ad artiglio, metatasalgia, lussazioni delle dita dei piedi ecc.).

L’anteriorizzazione della linea di gravità è sicuramente uno dei fenomeni che meglio spiega le patologie dei vincoli funzionali della colonna vertebrale. Infatti, è stato dimostrato che l’attività elettromiografica dei muscoli estensori della colonna vertebrale (erector spinae) aumenta se si passa da una posizione eretta a una posizione leggermente inclinata in avanti.

D’altra parte, la scuola svedese ha dimostrato che l’ampiezza dell’EMG dei muscoli estensori della colonna vertebrale e la pressione intradiscale aumentano linearmente. Possiamo quindi presumere che le scarpe, proiettando i pazienti in avanti, favoriranno sia le tensioni muscolari che quelle del disco e avranno la loro parte di responsabilità nell’eziologia del mal di schiena.

Questo studio mostra in modo molto significativo che indossare scarpe porta ad un’anteriorizzazione del centro di pressione podale. Quest’ultimo, nelle nostre condizioni sperimentali, può essere considerato come il riflesso del centro di gravità. Quindi, indossare scarpe anteriorizza la linea di gravità: ciò consente di considerare l’ipotesi di un ruolo della scarpa nelle patologie da stress sia a livello del piede che della colonna vertebrale.

 

Pascal Spitz & Philippe Villeneuve, Le port de chaussures modifie-t-il l’équilibre postural, Travail d’étude et de recherche en vue d’obtenir le Diplôme Universitaire: Physiologie de la Posture et du Mouvement 1999/2000, Université Paris-Sud XI.

Articolo originale:Le port de chaussures modifie-t-il l’équilibre postural?

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