Conosci Harry Beck?

Il suo nome è legato ad una delle più famose mappe della storia, quella della metropolitana di Londra.

Una mappa dovrebbe servire ad orientarsi. Eppure, in origine, la mappa della metropolitana di Londra era caratterizzata da un caotico groviglio di strade, parchi, ponti, case, fiumi ecc.

Uno strumento che in realtà non poteva essere di nessun aiuto alla gente, perché illeggibile e incomprensibile. Certo, rispecchiava fedelmente la realtà: ciò nonostante era del tutto inutile.

Ma nel 1933 succede qualcosa di rivoluzionario. Harry Beck, un anonimo disegnatore britannico, trasforma questo garbuglio di vie nella prima mappa schematica. E passa alla storia. Perché?

Perché riesce a sintetizzare e rendere comprensibile una realtà molto complessa, restituendone un’immagine ordinata e rassicurante.

Come trovare la strada giusta

E’ esattamente quello che succede quando nel tuo studio si presenta un paziente, e dopo aver raccolto tutte le informazioni relative al suo stato di salute, inizi la tua prestazione con un’analisi della postura.

In questo modo stai creando lo strumento più efficace che tu possa usare: una “mappa” estremamente utile, sia per te che per il tuo paziente.

Come terapista, eseguire un’analisi posturale ti aiuterà a individuare chiaramente la strada più rapida per definire e risolvere il problema.

Allo stesso tempo, permetterà al paziente di prendere consapevolezza della propria situazione iniziale e del punto di arrivo. Quindi di sentirsi parte attiva nel processo di riabilitazione.

Deve ancora iniziare il suo percorso eppure sta già provando l’esperienza – di benessere, di guarigione, di miglioramento – e questo, inutile negarlo, fa già parte della terapia.

Ma quali sono le basi per effettuare una corretta valutazione della postura?

Valutazione posturale statica

Possiamo dividere l’analisi della postura in due fasi fondamentali.

La prima è la valutazione statica, in cui il paziente rimane fermo in posizione eretta per essere valutato rispetto ai tre piani.

La visione frontale (anteriore e posteriore) si rivela utile per valutare l’anatomia e l’allineamento del torace, il posizionamento del capo (tramite la linea bipupillare), delle spalle e delle scapole.

Per la parte inferiore, si valuta l’anatomia e l’allineamento del bacino, delle ginocchia e del piede.

COSA OSSERVARE:

  • inclinazione del capo
  • spalle in elevazione bilaterale o monolaterale
  • scapole sporgenti, alla stessa altezza o anteriorizzate
  • triangolo della taglia
  • scoliosi
  • bacino in elevazione monolaterale
  • alterazione della lunghezza degli arti inferiori
  • posizione del ginocchio (varo, valgo)
  • posizione del piede (valgo, spinato, piatto, cavo, pronato)

 

La visione sagittale ci permette di verificare l’allineamento del corpo rispetto alla verticale di Barrè, definita dal filo a piombo, che dovrà attraversare il trago dell’orecchio, l’acromion, il gran trocantere, la metà del condilo esterno della tibia e la caviglia appena davanti al malleolo esterno.

Ora, possiamo individuare i distretti responsabili dell’allontanamento da questa linea e le relative alterazioni come, per esempio, un eccesso o un difetto delle curve fisiologiche della colonna (in questo caso parleremo di iper/ipo-cifosi o lordosi).

COSA OSSERVARE:

  • testa protesa in avanti o indietro
  • lordosi cervicale
  • scapole alate
  • presenza di gibbosità
  • cifosi dorsale
  • lordosi lombare
  • anti/retro-versione del bacino
  • arti inferiori in iper-estensione o iper-flessione di ginocchio e di caviglia

 

La visione trasversale dall’alto – per mezzo di uno specchio o di una telecamera – evidenzia rotazioni di capo, spalle e bacino. Dal basso – grazie all’utilizzo del podoscopio – mostra appoggio e posizione del piede e dell’arto inferiore.

COSA OSSERVARE:

  • rotazione del capo
  • rotazione del cingolo scapolare
  • rotazione del torace
  • rotazione del bacino
  • rotazione degli arti inferiori
  • prono-supinazione

Valutazione posturale dinamica

La seconda invece, è la valutazione dinamica: si valuta il soggetto in movimento. I test che si utilizzano possono essere molteplici – attivi o passivi – e variano in base al caso specifico. Solitamente la scelta è dettata dall’anamnesi e dalle anomalie riscontrate durante la valutazione statica.

Tra i più noti, il Test di Rotazione ed Estensione del capo, che ci permette di identificare eventuali ipertonie.

Test di Rotazione ed Estensione del capo

Nel test di rotazione, il terapista posa le mani sulle spalle del paziente. Tenendo le braccia tese, chiede al paziente di effettuare una rotazione del capo, prima verso destra poi verso sinistra. In questo modo si ha la possibilità di valutare l’ampiezza del movimento e di evidenziare un’ipertonia.

Nel test di estensione, il terapista appoggia le sue mani sotto i lobi del paziente, in posizione perpendicolare rispetto al bordo del trapezio. A questo punto, si chiede al paziente di estendere il capo senza muovere le spalle, per valutare una limitazione dello spazio tra il lobo e il bordo superiore della mano stessa del terapista. La riduzione di spazio di un lato rispetto all’altro, mette in luce un’ipertonia.

Tutto quello che hai osservato durante la tua analisi, ti restituirà un quadro generale che sicuramente potrai rendere più puntuale con l’utilizzo della strumentazione specifica. Ma non finisce qui.

Ti ricordi di Harry Beck? Ne abbiamo parlato all’inizio dell’articolo.

Se vuoi essere veramente efficace, devi tradurre la tua valutazione in un referto che sia chiaro e comprensibile anche per il tuo paziente.

Ecco perché abbiamo ideato un sistema innovativo che, oltre ad aiutarti a svolgere un’analisi posturale completa in modo semplice e rapido, ti permette di generare un report professionale a portata di paziente.

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