“Le scoliosi non sono radiografie, ma persone umane che hanno una deviazione alla colonna vertebrale”.

PIERRE STAGNARA

 

Cosa si intende per scoliosi?

La scoliosi è una sindrome multifattoriale dove sono chiamati in causa la genetica, il metabolismo, la biomeccanica e il neuro-sensoriale.

Ma quando parliamo di biomeccanica e di neuro-sensoriale, in realtà ci occupiamo di posturologia.

 

Scoliosi scheletrica e scoliosi posturale

L’approccio dell’ortopedico alla patologia sembra essere piuttosto netto: la scoliosi viene tutt’oggi intesa come una deformità evolutiva della colonna vertebrale, che a partire dall’età adolescenziale, progredisce fino alla fine dell’accrescimento.

Eppure, le Linee guida 2011 della SOSORT (International Society on Scoliosis Orthopedic and Rehabilitation Treatment) ci mettono difronte ad un quadro della situazione differente.

Secondo le statistiche, 30 persone su 1000 soffrono di scoliosi idiopatica; dei casi diagnosticati, il 10% richiede un trattamento conservativo (quindi, 3 persone su 1000) e di questa percentuale, soltanto lo 0,1%-0,3% (ovvero 3 casi su 100.000) necessita di un intervento chirurgico.

Detto questo, chiaramente la problematica principale sulla scoliosi consiste nella gravità della sindrome, quindi nell’evitare di arrivare a situazioni estreme.

Ma i dati a nostra disposizione ci dimostrano che queste manifestazioni limite rappresentano soltanto lo 0,1% della popolazione, il che significa che soltanto 1 persona su 1000 può raggiungere e superare i 40° Cobb di scoliosi.

Considerando che la popolazione italiana è di circa 60 milioni di abitanti, c’è la possibilità che 60.000 persone soffrano di scoliosi; di queste, lo 0,2% presenta una scoliosi idiopatica tra i 30° e i 40° Cobb (2 persone su 1000) pertanto saranno 120.000 gli italiani interessati da questo tipo di problematica.

Ancora, le statistiche dicono che l’1% delle persone possono presentare una scoliosi idiopatica tra i 20° e i 30° Cobb (10/1000) mentre l’1,7 %, soffre di scoliosi idiopatica tra i 10° e i 20° Cobb.

In realtà, a conti fatti, circa il 90% delle scoliosi si posiziona al di sotto dei 25° Cobb: questo significa che si tratta di scoliosi posturale, neuromuscolare, non scheletrica. Quindi, la problematica principale è lo squilibrio neuromuscolare.

Ecco perché, possiamo intendere la scoliosi solamente come una complicanza di una sindrome biomeccanica posturale.

 

Il trattamento con corsetto funziona?

Facendo ancora riferimento alle Linee guida 2011 della SOSORT, il trattamento di questa problematica consiste nell’utilizzo del corsetto (per gradazioni superiori ai 25° Cobb) e nella pratica della ginnastica medica.

Eppure non sempre il trattamento dà risultati soddisfacenti. Le cause di tali insuccessi possono essere diverse, in particolare:

  • non sono stati eseguiti gli esercizi;
  • sono stati eseguiti esercizi sbagliati;
  • il corsetto è stato tolto troppo presto;
  • il corsetto è stato tolto troppo rapidamente.

Questo ci dimostra che non siamo ancora giunti alla soluzione definitiva del problema. Ma una cosa è certa: per ottenere risultati (un miglioramento della colonna) dobbiamo lavorare sul muscolo. In caso contrario, il trattamento con corsetto non funziona. L’apparato principale per cercare di raddrizzare la colonna è il muscolo. Il risultato è quindi dato dalla sinergia tra le due tecniche: corsetto e riprogrammazione.

Per concludere, ci si chiederà a questo punto se l’intervento chirurgico possa rappresentare la soluzione immediata e definitiva al problema. La risposta è negativa: in seguito all’intervento i dolori residuano poiché le vertebre vengono trazionate e fissate. Il tutto a discapito di ciò che le circonda.

Quindi, anche nel caso in cui sia inevitabile l’intervento chirurgico, è comunque necessario un riequilibrio: perché, come dimostrano numerosi casi clinici, se noi riequilibriamo i muscoli, lo scheletro subisce un cambiamento, un miglioramento.

 

Fonte: Congresso Scoliosi cause e trattamento, 2020; intervento del Dott. Antonio Fimiani, medico fisiatra esperto in posturologia.

Redazione SPRINTIT

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