Quante volte hai tralasciato di valutare gli occhi del tuo paziente durante una visita posturale?
Una cosa è certa: anche se non sei un professionista della visione, stabilire la funzione del recettore oculare in un contesto posturale diventa di fondamentale importanza se vuoi svolgere il tuo lavoro nel migliore dei modi.
PERCHÈ GLI OCCHI INFLUENZANO LA POSTURA?
Gli occhi guidano il nostro corpo. E per farlo, utilizzano due canali:
Il canale esocettoriale, che attraverso la retina permette di acquisire informazioni dall’ambiente esterno e di portarle all’interno del corpo.
Il canale propriocettivo, che attraverso i muscoli extraoculari consente al corpo di informare sé stesso sulla posizione degli occhi.
E’ la duplice funzione del recettore occhio che permette al nostro corpo di posizionarsi nello spazio circostante, di trovare stabilità posturale e di organizzare il movimento.
Ecco perché, nell’ambito delle tue specifiche competenze, l’aspetto visuo-posturale costituisce un fattore determinante per eseguire un’analisi completa e per definire un trattamento che sia davvero efficace per il tuo paziente.
CONVERGENZA OCULARE E POSTURA
Tra i disturbi del sistema visivo che interferiscono sul piano posturale, il più significativo è l’ipoconvergenza oculare.
Ne avrai già sentito parlare. L’ipoconvergenza oculare è una disfunzione relativa alla componente propriocettiva, che determina l’incapacità degli occhi di convergere in modo sincrono mentre fissano un oggetto che si avvicina.
E’ una problematica molto comune ed indica un malfunzionamento di uno o più muscoli extraoculari, nonostante l’origine non sia necessariamente oculare: potrebbe infatti in alcuni casi essere attribuita ad un’anomalia dell’apparato stomatognatico – malocclusioni, disordini dell’atm ecc. – oppure podalico (appoggio del piede).
DEFICIT DI CONVERGENZA: QUALI SONO GLI EFFETTI SULLA POSTURA
Il paziente che presenta un deficit di convergenza oculare è costretto ad assumere una posizione di compenso posturale che favorisce le disfunzioni posturali.
Le conseguenze sono evidenti: nella maggior parte dei casi ci si trova difronte ad un soggetto con una posizione anomala del capo che interferisce sulle strutture osteo-mio-articolari mettendo a rischio il tratto cervico-dorsale.
Tra i principali sintomi si riscontrano la perdita di equilibrio – che può essere la causa di ripetute cadute – oltre a frequenti mal di testa e vertigini.
TEST DI CONVERGENZA OCULARE
Nel corso della tua valutazione posturale, dedica una manciata di minuti per eseguire un semplice test che ti permetterà di individuare con chiarezza la presenza di questa disfunzione.
PUNTO PROSSIMO DI CONVERGENZA
Partendo da una distanza di circa 40 cm, avvicina lentamente un oggetto di piccole dimensioni – per esempio la punta di una matita (o meglio ancora un cubetto di Lang) – verso la radice del naso del paziente.
Invitalo a fissare l’oggetto quindi osserva con attenzione il movimento dei suoi occhi: se uno dei due occhi perde la mira ad una distanza superiore ai 6-7 cm dalla radice del naso – il punto in cui l’occhio devia e la visione diventa doppia è detto “punto di rottura”- è presente un’ipoconvergenza oculare.
Riporta gradualmente la matita verso il punto di partenza per registrare il “punto di recupero” – in cui il soggetto ripristina la messa a fuoco – che non dovrebbe superare i 3 cm dal punto di rottura.
Quando dalla tua valutazione rilevi la presenza di una disfunzione, grazie anche all’intervento di altri professionisti, sarai in grado di integrare la tua visione per risolvere la problematica in sicurezza, senza correre il rischio di applicare schemi di adattamento non fisiologici.
IPOCONVERGENZA E GINNASTICA OCULARE
Come succede per un atleta che riprende a gareggiare dopo un infortunio, una volta individuata e trattata la causa – sia essa stomatognatica, podalica, oculare ecc. – sarà utile riallenare la capacità di convergenza dell’occhio attraverso la ginnastica oculare.
Vuoi un suggerimento? Scegli un esercizio semplice ma efficace che il tuo paziente sia in grado di svolgere in autonomia.
Prendi un foglio e traccia una linea che lo divida a metà;
disegna dei punti equidistanti tra loro lungo la linea – ogni 5 cm va benissimo per iniziare;
appoggia il foglio sopra una superficie rigida (un libro oppure un cartoncino) e mantenendolo perpendicolare, portalo all’altezza degli occhi del paziente. Fai attenzione: l’inizio della linea deve essere a contatto con la radice del suo naso;
osservando la linea, quello che vedrà saranno 2 linee che si incrociano da qualche parte lungo la mediana del foglio;
chiedi al paziente di spostare la convergenza sui vari punti disegnati lungo la linea, focalizzando lo sguardo da quello più lontano a quello più vicino e rimanendo qualche secondo su ognuno di essi;
Quando sarà diventato abbastanza esperto, riduci la distanza dei punti o invitalo a spostare rapidamente la convergenza da un punto all’altro.
Redazione SPRINTIT
La redazione di SPRINTIT è composta da : - Ing. Diego Scattolin: esperto di strumentazioni per la misurazione della postura e pedane stabilometriche - Matteo Crisci: esperto di web-marketing e strategie digitali - Marta Foscheri: content writer - Dott. Massimo Rossato: medico chirurgo specializzato in anestesia e rianimazione - Dott.ssa Lina Azzini: medico chirurgo odontoiatra specializzata in chirurgia maxillo facciale
Gli articoli e i post del blog vengono decisi e redatti da tutta la redazione, vengono revisionati sia nella forma che nel contenuto, per essere il più fedeli possibile alla scienza medica moderna e approvata.
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I movimenti di vergenza rappresentano una delle categorie di movimenti oculari complessi che consentono di esplorare il proprio ambiente tridimensionale, vicino o lontano. Questi movimenti richiedono la coordinazione dei sei muscoli oculomotori di ciascun occhio....
Secondo Bernard Weber, per mantenere il corpo in equilibrio, in una posizione eretta ortostatica, il sistema nervoso centrale deve effettuare le trasformazioni appropriate e coordinate delle informazioni visive, vestibolari e somestesiche, quindi generare...
Le due immagini provenienti da ciascun occhio, le loro lievi differenze o disparità e la loro fusione a livello della corteccia visiva, sono necessarie e definiscono la visione binoculare. La visione stereoscopica che ne risulta, consente la percezione del rilievo e...
Per il medico posturologo la vista costituisce una delle fonti di informazione sui piccoli movimenti del corpo in relazione all’ambiente circostante. Tali informazioni, consentono il controllo della stabilità posturale attraverso quel sottoinsieme del sistema nervoso...
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2 Commenti
sergio
il 8 Agosto 2019 alle 11:33
l’esercizio proposto per riabilitare la convergenza oculare mi pare non rispetti condizioni parafisiologiche comuni quali l’eccesso di tensione dei muscoli oculomotori. In quest’ottica un esercizio propedeutico che viene proposto nell’ambulatorio visuoposturale dlel’ospedale papa giovanni di bergamo prevede:
lavorare ad occhi chiusi
innescando respirazione diaframmatica
progredire nelle diverse direzioni in modo progressivo
come unico esercizio senza valutazione individuale non vi sembra più adeguato dato che le tensioni complessive possono essere prioritarie rispetto ad una debolezza specifica?
Buongiorno Sergio
premetto che ritengo un blog non sufficiente per approfondite conoscenze, ma inizio così: lei quale obiettivo ha nell’ambulatorio visuoposturale? La visione o la postura o entrambe?
Lei ritiene vi sia un eccesso di tensione o una difficoltà di “evocazione” di un riflesso?
Il riflesso si allena o si evoca? Se lavora ad occhi chiusi evoca un riflesso?
Anche io rispetto la progressione dei miei pazienti o degli atleti, così come utilizzo il nervo vago ed il parasimpatico.
Dato lo spazio corto le propongo dei link, in particolare l’ultimo: https://www.massimorossato.it/trattamenti-e-terapie/visita-posturale-medica-padova/visione-e-postura-4-0/binocularita-fusione-e-stereopsi/
l’esercizio proposto per riabilitare la convergenza oculare mi pare non rispetti condizioni parafisiologiche comuni quali l’eccesso di tensione dei muscoli oculomotori. In quest’ottica un esercizio propedeutico che viene proposto nell’ambulatorio visuoposturale dlel’ospedale papa giovanni di bergamo prevede:
lavorare ad occhi chiusi
innescando respirazione diaframmatica
progredire nelle diverse direzioni in modo progressivo
come unico esercizio senza valutazione individuale non vi sembra più adeguato dato che le tensioni complessive possono essere prioritarie rispetto ad una debolezza specifica?
Buongiorno Sergio
premetto che ritengo un blog non sufficiente per approfondite conoscenze, ma inizio così: lei quale obiettivo ha nell’ambulatorio visuoposturale? La visione o la postura o entrambe?
Lei ritiene vi sia un eccesso di tensione o una difficoltà di “evocazione” di un riflesso?
Il riflesso si allena o si evoca? Se lavora ad occhi chiusi evoca un riflesso?
Anche io rispetto la progressione dei miei pazienti o degli atleti, così come utilizzo il nervo vago ed il parasimpatico.
Dato lo spazio corto le propongo dei link, in particolare l’ultimo:
https://www.massimorossato.it/trattamenti-e-terapie/visita-posturale-medica-padova/visione-e-postura-4-0/binocularita-fusione-e-stereopsi/
https://www.massimorossato.it/trattamenti-e-terapie/visita-posturale-medica-padova/visione-e-postura-4-0/sinapsi-sottoencefaliche-e-vie-ottiche/
https://www.massimorossato.it/trattamenti-e-terapie/visita-posturale-medica-padova/visione-e-postura-4-0/il-recupero-della-convergenza/
https://www.massimorossato.it/trattamenti-e-terapie/visita-posturale-medica-padova/visione-e-postura-4-0/valutazione-convergenza-e-metodiche-riabilitazione/