La Postura riconosce in se le stesse caratteristiche di ritmo, flessibilità, comunicazione, armonia e coordinazione che si riconoscono nella DANZA. Si tratta di un sistema caotico, complesso, cibernetico, non lineare in cui la somma delle risultanze tra i vari distretti recettoriali non è prevedibile secondo una logica di causa-effetto. Per questi motivi appare necessaria una semplificazione per ricondurla ad un modello più interpretabile che ci consenta di studiarne le modalità di funzionamento, gli errori di sistema e le strategie di correzione. Questo modello di pensiero e di intervento deve essere accessibile a tutti gli operatori e non legato a particolari intuizioni e si può ottenere con un’analisi sistematica di tutti gli attori recettoriali di questo CONCERTO DEGLI EQUILIBRI e dell’INSTABILITA’.

La RICERCA degli EQUILIBRI è un tentativo di riconoscere i vari elementi del sistema per rendere più facilmente comprensibili gli ambiti di intervento. L’uomo incede nello spazio come un sistema multiarticolato, schiacciato al suolo dalla forza di gravità, proteso nel tentativo di allineare, mediante il sistema tonico posturale, il suo baricentro nel poligono di sostegno, quando è in statica, in modo che la dinamica avvenga con un movimento fluido e coordinato. Per sapere come avviene la biomeccanica del movimento dobbiamo ricordarci della nostra evoluzione e di come ci siamo trasformati da quadrupedi con barra orizzontale a bipedi con barra verticale parallela alla forza di gravità. Questo cambiamento di stato, che ci ha consentito di liberare gli arti superiori e quindi abilitato a funzioni superiori, ha modificato alcuni distretti del nostro corpo come la testa, il bacino e il piede.

La partita si gioca tra i 2 vertici, la testa e i piedi, che sono i cardini della rivoluzione gravitazionale che ci ha trasformato da quadrupedi primati a bipedi verticali. Le modificazioni strutturali e funzionali che hanno modellato l’anatomia della testa e dei piedi hanno promosso anche modelli neurofisiologici di correlazione funzionale tra questi 2 estremi dell’equilibrio descrivendo anche una specializzazione di Postura Orientativa al vertice del capo e di Postura Adattativa al piede, referente antigravitario al suolo dell’equilibrio.

Gli occhi, il vestibolo, l’occlusione e i piani occlusali, i piedi e i meridiani miofasciali di raccordo della catena sensomotoria iniziano a danzare in un concerto delle tensioni e dei bilanciamenti. In questo CONCERTO riconosciamo la Danza del cranio con la respirazione cranica, la Danza dei poli con il movimento cranio sacrale ,la Danza delle meningi con la dinamica delle membrane craniche che assecondano la flesso-estensione della base cranica e infine la Danza del piede con il gioco dinamico del calcagno e dell’astragalo per l’espressione del movimento a elica della prono supinazione nella progressione del passo. Per danzare con ritmo e armonia dobbiamo partire da una posizione di equilibrio, che ci è garantita dai recettori vestibolari, visivi e propriocettivi cervicali. Su questi 3 recettori vigila la sorveglianza trigeminale per l’innervazione sensitivo-motoria dei recettori interessati e quindi, i riflessi di integrazione trigemino-vestibolari, trigemino-oculari, trigemino-cervicali e trigemino-vagali fanno riferimento all’organo massimamente innervato dal V nervo : l’organo masticatorio. La correttezza e la coerenza della regolazione occlusale che avviene attraverso la definizione del piano occlusale, si configura come la base della stabilizzazione della testa rispetto al supporto cervicale Questa integrazione neurale si ottiene attraverso la bendeletta longitudinale o fascicolo longitudinale mediale.

Il gioco degli equilibri e dei compensi dei 2 vertici della relazione posturale avviene attraverso la trasmissione dei segnali della catena senso motoria dei meridiani fasciali. Noi operatori dobbiamo ascoltare questa melodia con attenzione e con trasporto, saperla interpretare per correggere le note stonate e riproporre l’armonia perduta . Su questo spartito musicale dobbiamo però, misurare l’errore di partenza, definire il difetto di interrelazione e comunicazione tra le parti ( DIAGNOSI ), intervenire con le correzioni più appropriate per il recettore interessato in base alle possibilità di recupero del soggetto ( TERAPIA ), monitorare, sempre misurando, il nuovo modello posturale che si sta organizzando ( CONTROLLO ) e alla fine stabilizzare il risultato finale. Tutto ciò si ottiene con una buona conoscenza delle varie funzionalità recettoriali, con una capacità di misurazione degli errori e dei risultati ottenuti e con una buona comunicazione con il paziente che ci consenta di far ben comprendere qual è il percorso di recupero funzionale che deve compiere anche personalmente riattivando, con adeguate attività motorie, quella parte propriocettiva di engrammi neuromotori che ha dimenticato da troppo tempo o, nell’ipotesi peggiore, non ha mai conosciuto.

Autore:
Dr.ssa LINA AZZINI – Medico Chirurgo Odontoiatra
Laurea in Medicina e Chirurgia, specializzazione chirurgia maxillo-facciale – esperta manipolazioni vertebrali medicina manuale – osteopatia – MASTER of DENTAL SCIENCE

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